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Runner’s High a Gragnano

Lungo la 2 Mari, buttando là argomenti su argomenti, in maniera del tutto casuale, asincrona, in piena rilassatezza, come si deve in una bella domenica mattina, è "scappata" la parola endorfine. Termine composto da: morfine prodotte all'interno del nostro organismo (dall'ipofisi). Oppiacei, analgesici, pronti a soccorrere il nostro organismo nei momenti più difficili, e donare sollievo, piacere, resistenza, godimento irrinunciabile. Mi viene in mente quando qualcuno ti dice "ma chi te lo fa fare". L'endorfine!? L'endorfine ci regalano: euforia, serenità, abbattono gli stati di stress e di ansia. Interagendo con altri ormoni e neurotrasmettitori regolano positivamente l'attività sessuale e psicologica in genere.

È la loro inibizione nel caso d'assunzione di droghe come l'eroina, che provoca gli stati depressivi tipici dell'astinenza. 

Un'attività fisica prolungata, non inferiore ai 30' causa una produzione endorfinica del 500% nei livelli emolitici ordinari. Sono la corsa e il ciclismo i due sport che ne causano una produzione maggiore e un piacere apprezzabile.

Non per altro Runner's High (sballo del corridore) è il termine coniato per definire questa sensazione, dapprima ritenuta psicologica e solo dal 2008 classificata neurochimica da endorfina. 

Mi sovviene una pubblicità dell'Adidas dei primi anni '90 dove con una frase ad effetto, si diceva che dopo 10 Km la nostra Mente pensava diversamente, e potrei azzardare che "mente" molto meno…invitando così gli aspiranti atleti a correre in negozio, comprare un paio delle famose scarpette (al tempo modello Torsion) e provare l'elisir endocrino.

E mentre le droghe perdono il loro effetto a causa dell'assuefazione, sembra che sono i soggetti più allenati a produrre più endorfine e a trarne un vantaggio maggiore. Perciò a godere di più. Il nostro organismo come il resto dell'universo tende all'equilibrio, grazie all'annullamento di forze contrastanti, uguali e contrarie. Parlo di Omeostasi. Ma è pur vero che se durante l'attività fisica l'impegno articolare, muscolare, cardio vascolare e psicologico, viene controbilanciato generosamente dall'endorfine, una volta a riposo si può continuare ad usufruirne gratuitamente ancora per un bel po'. 

Insomma l'effetto analgesico e la conseguente euforia fonte di felicità, è forse la ragione principale; oltre al risultato agonistico, alla forma fisica e alla lotta ai radicali liberi, per cui si pratica per lunghi anni l'atletica. 

Lo sballo in cui si immergono i maratoneti e gli Ultra Trailer, è associabile ad altre forme meno nobili di dipendenza. 

Seppur mi rimane del tutto estranea, la facile e banale battuta per cui un atleta è un Drogato (concedetemi la licenza, per cui quando qualcuno mi chiama per andare a correre funge nei miei confronti da Pusher). Un atleta non è ne un tossico, ne un bulimico, ne un tabagista, ne un giocatore d'azzardo, ne un malato sessuale (salvo qualche eccezione). Non è neppure un compulsivo da social network, dal momento che il nostro blog è stato "abbandonato". Un atleta ama la vita, perché la Corsa è vita.

La natura, le regole che ci diamo e l'endorfine, concorrono ad andare armoniosamente verso se stessi e non a scapparvi, come chi invece utilizza altre sostanze con la stessa desinenza ma con effetti devastanti, per il proprio sviluppo. 

Mi capita sempre più spesso di affermarmi mentre corro "questo è il luogo migliore dove voglio stare e rimanere". Non mi riferisco al contesto paesaggistico, bensì allo stato psico-fisico indotto dalla corsa. Insomma tornando da dove siamo partiti, bella scampagnata fuori porta, in una gara sempre ben organizzata e partecipata. Quest'anno poi era dedicata al figlio di Luca e questo ha aggiunto un significato più grande per tutti noi.

Francesco T

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